Oggi l’Emigrante Stagionato si è svegliato in una Londra ventosa e soleggiata, con un cielo azzurro brillante che faceva capolino fra le nuvole che scorrevano veloci, come si ricordava facevano in Irlanda.
Uscito di casa con le migliori intenzioni, si è subito scontrato con la dura realtà di essere in un paese civile.
Laddove un paese civile è quello dove sai sempre quello che ci si aspetta da te, anche a costo di dirti cose che magari sembrano banali. Un paese civile non ha nessuna remora a sembrare un po’ pedante. In cambio, nessuno può accampare scuse o pretese. Da dove viene l’Emigrante Stagionato, invece, le regole non sono mai certe, e comunque si possono interpretare (agli amici) o applicare (agli avversari). A seconda del momento, delle persone coinvolte, degli interessi in gioco, dell’opinione del capo, della telefonata giusta che arriva…
Altre batoste all’amor proprio dell’Emigrante stagionato vengono da tante piccole cose: niente cartacce per terra, niente cacche di cani, niente mozziconi. L’emigrante sarà arrivato a sera dop aver camminato per mezza Londra contando esattamente tre cartacce per terra e due pubblicità discinte. Tutto congiura perché l’Emigrante abbia la precisa cognizione che separa il suo paese d’origine da uno dei centri dell’impero:
Tutto segue la regola che le cose devono essere chiare: i taxi registrati, per esempio, sono tutti uguali e neri. Poi ci sono compagnie di taxi privati, senza tassametro, con i quali è sempre meglio contrattare in anticipo. E questi, sapendo di dover combattere sulla qualità del servizio, si inventano di tutto. Come ad esempio offrire la connessione WiFi. Nel taxi. L’Emigrante Stagionato, che già si è accorto che “free WiFi” è dovunque si fa quasi prendere dallo sconforto.
Poi, fortunatamente, gli dei danno un segno della loro benevolenza:
e l’Emigrante Stagionato, dopo essersi tradito ridendo come un pazzo per due minuti buoni, riprende il cammino con un sorriso, pensando al famoso produttore musicale che trascorse un anno da morto per motivi fiscali.
Dopo avere visto persone e fatto le cose che deve fare l’Emigrante Stagionato, arriva l’ora di pranzo. E qui l’Emigrante Stagionato sfoga finalmente la sua passione per i pub, l’analogo culturale dei bar-trattoria del paese da cui proviene:
Quello che l’Emigrante Stagionato non si aspetta è che la probabilità di trovarsi sommersi da turisti in un vero pub inglese è circa il 100%, gli inglesi mangiano altrove. L’Emigrante Stagionato si sente molto indigeno mentre maledice in cuor suo le torme di turisti urlanti e si chiede perché non vadano a Roma a fare tutto quel casino. Poi, in un impeto di lucidità, si ricorda che in effetti è proprio quello che fanno, e decide che è meglio concentrarsi sul cibo.
Dopo pranzo il tempo, che nel frattempo aveva messo a pioggia, offre ripetuti sprazzi di sole e l’Emigrante Stagionato, reso spavaldo da un britannico sprezzo per le banali condizioni atmosferiche, si concede una passeggiata in Westminster e qualche foto turistica.
Londra, peraltro, ha molto da mostrare, e ancora di più è quello che non fa vedere e sentire, a confronto con una qualsiasi città italiana. Cartelloni pubblicitari quasi del tutto assenti. Donnine svestite mancanti all’appello. Dimostranti per tre diverse cause di fronte a Downing Street che, rigorosamente all’interno dell’area loro assegnata, imbracciano educatissimi cartelli in un silenzio monacale. Il personale di sicurezza del primo ministro messo a interporsi con il pubblico, in un Paese che si fa giusto vanto delle proprie forze armate, è rigorosamente civile, tranquillo e sorridente. Non si fanno fare le foto con il turista, anche perché li separa una transenna, ma rispondono alle domande con cortesia e senza fastidio.
Londra continua a rimarcare la propria diversità. Cartelloni pubblicitari quasi del tutto assenti. Pubblicità con donnine svestite viste in due giorni: due. Strombazzi uditi, incluso il traffico dell’ora di punta: zero. Tutti quelli che non sono turisti camminano con decisione ma senza fretta. Tutti vestono in modo quieto, indipendentemente dal livello sociale. I manager e le manager non sembrano usciti da un défilé, operai e operaie non sembrano dannati della Cayenna. Mancano del tutto i marchi nell’abbigliamento. Niente borse finto Vuitton, niente occhiali finto Gucci.
E niente abbronzatura finto Maldive. A quanto pare qui nessuno si abbronza per finta. I bianchi sono di quel bianco assurdo, quasi rosa. E anche di palestrati non ce ne sono. Ci sono alcuni tipi di dimensioni ragguardevoli, ma sono, per dire, un metro e novanta con i bicipiti che da noi avrebbe un qualasiasi pischello sull’uno e settantacinque.
L’Emigrante Stagionato passa di fronte a una targa curiosa che, chissà perché, in Italia non vedrebbe mai:
Nel pomeriggio, dopo avere fatto altre cose e visto altra gente, l’Emigrante Stagionato si fa un passeggiatone di qualche chilometro lungo il Tamigi, a Southbank, con molte altre foto turistiche, inclusa una di un branco di matti che pedalano tutti assieme su dei carrelloni semoventi:
Scesa la sera, stanco di tutta l’acqua che si è preso per colpa della spavalderia britannica, l’Emigrante Stagionato fa inconsapevolmente una cosa molto inglese: si infila in un ristorante turco. Un’altra piccola soddisfazione in una giornata che ne ha riservate molte. Non ultima, quella di avere finalmente trovato una pubblicità del tipo che vede a casa. Anche se in Italia, con una foto così, al massimo pubblicizzi un adesivo per dentiere, non un costume da bagno.
Qui è tutto un altro mondo.
Impietosamente vero… SOB.
ciao Carlo, purtroppo sì, anche se cerco di non calcare troppo la mano.
La cosa più umiliante è quando qui ti chiedono: ma se ci sono così tanti corrotti, perché non li buttate in galera a calci nel sedere? e tu non sai cosa rispondere…
grazie,
W
Eccomi qui a leggere le tue avventure del secondo giorno, anzi del giorno 2 e visto che ho appena finito di vedere Crozza mi sembra che tu atterrato nel paese delle meraviglie… ma nel vero senso della parola!
Non vorrei però che ti svegliassi e ti accorgessi di essere in un “Truman show” da quanto tutto sembra così “perfetto”…
Attendo la prossima puntata, nel frattempo rinnovo i miei auguri per la tua avventura.
Luca
Una cosa che sicuramente accomuna Londra e “the truman show” è il fatto di essere costantemente e continuamente video sorvegliati. La cosa è particolarmente evidente nella metropolitana: ci sono telecamere ovunque, ad ogni angolo dei tunnel, lungo tutte le banchine, ovunque.
E questa è un po’ la cosa che mi affligge quando mi ritrovo in ambienti significativamente più “educati” che l’italia ma, allo stesso tempo, anche molto più controllati. E’ vero, magari a Londra non ci sono tag su ogni centimetro di ogni palazzo ma qual è il prezzo?
Quanto questo avviene perchè la gente è veramente più educata e quanto invece perchè vive in quello che, da un certo punto di vista, può essere visto come uno stato di polizia?
Bisogna poi anche capire quanto di quello che scrive il nostro amato emigrante stagionato si applica solo alla City e quanto vale per le periferie.
Perchè se visitando Milano ci si limita a passeggiare fra corso venezia e largo cairoli anche Milano sembra un posto (quasi) ordinato e vivibile.